Legge di bilancio 2021 e innovazione:

Legge di bilancio 2021 e innovazione: cosa prevede la nuova finanziaria

Legge di bilancio 2021 e innovazione: cosa prevede la nuova finanziaria: A Roma quest’anno non è stato facile per il governo determinare l’allocazione delle risorse per il 2021, tra la necessità stringente di dover far ripartire l’economia e contestualmente gestire la crisi pandemica che continua a mietere vittime.

L’esecutivo non ha potuto, poi, non tenere conto dell’imminente arrivo della pioggia di capitali dall’Unione Europea: il Next Generation Eu (altresì detto Recovery Fund) infatti, con ogni probabilità avrà un impatto determinante non solo sui bilanci futuri, ma anche sulle politiche economiche dell’Unione Europea e dei singoli Stati membri. E’ giusto accennare che, sul punto, la Commissione intende fortemente investire sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, quindi sicuramente Start up e PMI innovative rivestiranno un ruolo importante nel futuro; ma ciò verrà discusso, come è giusto che sia, in altra sede più opportuna.

Tornando alla legge finanziaria dell’anno in corso, il governo Conte ha ottenuto in Parlamento l’approvazione di una manovra pari a circa 40 miliardi di euro. Una porzione di questi è stata destinata proprio all’incentivazione degli investimenti innovativi tecnologici e artistico-creativi.

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40 milioni di euro in due anni

Il comma 109 della legge in questione istituisce il “Fondo per le piccole e medie imprese creative” nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico.

La dotazione del fondo è di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, ed è destinato alla promozione di nuove realtà imprenditoriali nel settore creativo tecnologico ed artistico (“per «settore creativo» si intende il settore che comprende le attivita’ dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo, all’editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicita’“, comma 112).

Il comma successivo prescrive che l’accesso al fondo avverrà tramite finanziamenti a fondo perduto, prestiti agevolati e “tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle startup innovative di cui all’art. 25 del d.l. 179/2012, e delle piccole e medie imprese innovative di cui all’art. 4 del d.l. 3/2015” (comma 110). Inoltre, il comma 111 prevede anche il cofinanziamento dei programmi regionali in materia.

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Si precisa comunque che per l’accesso in concreto ai finanziamenti dovranno attendersi i decreti attuativi del MISE, di concerto col Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Essi preciseranno non solo le modalità di accesso e i criteri ma anche, ad esempio, i codici ATECO.

Sono infine previste ulteriori agevolazioni per l’imprenditoria femminile (comma 97), per le innovazioni in campo aeronautico (comma 124) e nella filiera agricola (comma 128) ma anche in tutti questi casi dovranno attendersi i provvedimenti attuativi per verificare le condizioni di accesso.

Può quindi concludersi evidenziando il tentativo della politica di continuare ad investire nell’innovazione nonostante la congiuntura negativa; significativa è infatti la possibilità che lo Stato possa acquisire strumenti finanziari partecipativi emessi da startup e PMI innovative, agevolando così le stesse non solo nell’acquisizione di capitali, ma anche nella creazione di una realtà imprenditoriale ben più stabile e con migliori prospettive.

In definitiva, il settore innovativo continua a dimostrarsi strategico per il futuro del Paese.

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Autore: Lorenzo Stentardo

Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II, ho completato con successo il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013, riservato ai migliori laureati, ed ho acquisito notevoli competenze nell'ambito dei tre diritti fondamentali grazie allo studio pluriennale per la preparazione dei concorsi pubblici superiori.

Specializzato in diritto a tutela della privacy, sono attualmente responsabile di gestione di progetti formativi finanziati dallo Stato.

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