Oggi giorno si parla molto dell’argomento ma ti sei mai chiesto:
Che cosa sono le Start up innovative?
Secondo la definizione universalmente riconosciuta di Steve Blank, con il termine Start Up innovativa, si identifica una nuova impresa nelle forme di un’organizzazione temporanea, in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere indefinitamente .
Premessa
All’inizio, il termine Start up veniva esclusivamente utilizzato nel settore terziario avanzato economico; successivamente, con la diffusione dei software e di internet, soprattutto con l’avvento del web 2.0 anche le aziende, appartenenti ad altri settori, cominciano a sperimentare le stesse soluzioni ed applicare gli stessi modelli.
La scalabilità di una Start up innovativa è un elemento cardine di questa tipologia di impresa. Infatti, l’avvio di un’attività imprenditoriale non scalabile, come l’apertura di un ristorante, non coincide con la creazione di una startup innovativa ma di una società tradizionale.
Questo particolare tipo di impresa non deve inoltre essere confuso con lo start up di un nuovo business: con il verbo “to start up” si fa riferimento alla fase di avvio di un nuovo business, o di una unità di business all’interno di una società consolidata; dunque è necessario distinguere fra start up innovativa e start up non innovativa poiché vi è sostanzialmente un abisso di differenza.
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L’ambito giuridico delle Start up innovative
Il Quadro di riferimento è il Decreto Legge n.179 del 18 ottobre 2012 il c.d. “Decreto Crescita 2.0” o Decreto Sviluppo bis:
Sotto le raccomandazioni specifiche dell’Unione Europea e sotto le indicazioni del Programma Nazionale di Riforma, il Legislatore italiano adotta il suddetto Decreto e, per la prima volta, viene introdotta la definizione di Start Up:
“L’impresa start-up innovativa, di seguito «start-up innovativa», è la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione, che possiede i seguenti requisiti”.
Inoltre, vengono stabilite delle agevolazioni fiscali e delle semplificazioni inerenti a tutte le fasi del ciclo di vita di una Start Up.
L’obiettivo del Decreto Crescita 2.0
Il D.L. 179/2012 aveva come obiettivo rendere l’innovazione il fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese (la c.d. Agenda Digitale):
Pertanto, aumentano fortemente i servizi digitali per i cittadini, che potranno avere un unico documento elettronico, valido anche come tessera sanitaria, attraverso il quale rapportarsi con la pubblica amministrazione.
Brevemente possiamo riassumere i capisaldi di tale Decreto nei seguenti punti:
• Modernizzazione delle infrastrutture e dei servizi digitali;
• creazione di nuove imprese innovative (le nostre start up innovative);
• strumenti fiscali per agevolare la realizzazione di opere infrastrutturali con capitali privati;
• attrazione degli investimenti esteri in Italia;
• interventi di liberalizzazione in particolare in campo assicurativo sulla responsabilità civile auto.
Le novità introdotte per le Start Up innovative sono contenute principalmente nella sezione IX del Decreto Crescita (artt. 25 a 32), sotto la denominazione “Misure per la nascita e lo sviluppo di imprese di Start Up innovative”.
Che obiettivi hanno le suddette misure per le start up innovative?
Possiamo fare la seguente sintesi:
• La crescita sostenibile
• lo sviluppo tecnologico
• l’occupazione, in particolare quella giovanile
• l’aggregazione di un ecosistema animato da una nuova cultura imprenditoriale votata all’innovazione a favorire una maggiore mobilità sociale
• il rafforzamento dei legami tra università e imprese ed infine ad una più massiccia attrazione di talenti e capitali esteri nel nostro Paese.
Tutto ciò diviene realizzabile attraverso una serie di esenzioni temporanee che riguardano il diritto comune e che sono intese a
1. ridurre i costi, soprattutto quelli derivanti da lavoro dipendente e quelli tributari;
2. favorire il reperimento di mezzi finanziari propri e di credito;
3. diluire nel tempo i rischi derivanti dall’indebitamento;
4. esorcizzare la prospettiva del fallimento, ipotesi fisiologica per attività a contenuto innovativo, caratterizzate da un così elevato rischio imprenditoriale.
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Conclusioni
Per poter beneficiare della disciplina di favore, prevista dalla legislazione speciale e acquisire lo status di start up innovativa, la nuova impresa necessita di possedere obbligatoriamente i requisiti richiesti dall’art. 25 del sopracitato Decreto Crescita, oltre ad essere iscritti nella sezione speciale del Registro delle imprese, istituita dall’art. 25 c. 8 del medesimo Decreto.
Giuridicamente alcuni requisiti sono di facile interpretazione e, pertanto, di facile attuazione ed individuazione; altri, invece, sono abbastanza incerti e poco chiari poiché sono attinenti allo svolgimento futuro dell’attività economica della società che sono, per definizione, imprevedibili ed in continua evoluzione. Fra i diversi casi, possiamo già anticipare che i requisiti attinenti all’ “oggetto sociale a valenza tecnologica” sono quelli più complessi.
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